Cookie Consent by Free Privacy Policy website BMW Motorrad Italia a fianco di Emiliano Malagoli nella presentazione del film documentario “50.000 passi” di Michelangelo Gratton
luglio 13, 2020 - BMW Motorrad

BMW Motorrad Italia a fianco di Emiliano Malagoli nella presentazione del film documentario “50.000 passi” di Michelangelo Gratton

Il film, che vede la partecipazione straordinaria di Annalisa Minetti, racconta l’epica impresa di Emiliano Malagoli, che decide di non fermarsi di fronte alla propria disabilità e di partecipare alla maratona di New York nel 2019.

BMW Motorrad Italia è stata a fianco di Emiliano Malagoli la sera del 10 luglio presso l’Arena Palma di Trevignano Romano in occasione della presentazione del film documentario scritto e diretto da Michelangelo Gratton, “50.000 passi”, in cui racconta la sua epica impresa: correre la maratona di New York nel 2019.

Emiliano infatti non ha voluto vedere la propria disabilità come un vincolo insuperabile e ha voluto vincere l’ennesima sfida con sé stesso dopo la perdita della gamba destra a seguito di un incidente stradale in moto nel 2011. Dopo essere ritornato in sella a una moto da corsa - la BMW S1000RR con cui corre i campionati di categoria - e dopo aver fondato l’associazione Di.Di. Diversamente Disabili con cui rimette sulle due ruote ragazzi che a seguito di disabilità fisiche pensavano di non poter più coltivare la propria passione, nel 2019 si lancia nella sfida più ardua. Emiliano decide di partecipare ad una delle più prestigiose maratone al mondo, quella di New York, e riesce a completare i 42,195 km dimostrando così che il limite più grande spesso è quello che ci diamo noi stessi.

“Siamo molto contenti di supportare Emiliano in questo evento, anche attraverso il prezioso contributo della Scuola Holden con la quale collaboriamo da diversi anni – dice Salvatore Nicola Nanni, General Manager di BMW Motorrad Italia – e questo non avviene per caso. Oggi più che mai infatti il tema della responsabilità sociale d’impresa è diventato centrale nella vita delle imprese e delle persone. Avere “uno scopo più grande” del semplice business è un dovere, soprattutto per le aziende leader. Ma altrettanto importante è lo storytelling, che viene insegnato alla Scuola Holden di Alessandro Baricco. Attraverso la narrazione, soprattutto di iniziative belle e capaci di ispirare come quelle che fa Emiliano, possiamo provare a cambiare la società, migliorandola. Facendone un luogo dove è più bello vivere e dove la cultura della differenza e della diversità diventa un fattore capace di arricchire la vita di ciascuno. In questa giornata vogliamo celebrare Emiliano, che abbiamo avuto modo di apprezzare sia in pista, dove corre con la nostra BMW S1000RR, ma anche nella vita al di fuori del circuito. Da quattro anni, ad esempio, viene a sciare con noi alla Scuola di SciAbile in Piemonte dove oltre 1200 ragazzi dal 2003 ad oggi hanno scoperto di avere dentro delle potenzialità incredibili che vanno oltre la disabilità. In tutte queste occasioni, Emiliano mette energia, forza e passione nelle imprese che compie e nelle attività che segue.  Allo stesso modo, con passione e senso di responsabilità, noi di BMW Italia affrontiamo il nostro programma di responsabilità sociale che abbiamo chiamato SpecialMente.

Se volessimo fare una similitudine con lo sport, un programma strutturato di CSR è paragonabile a una maratona. La maratona non si improvvisa e necessita di un impegno costante, che dura nel tempo e che mira ad un obiettivo ambizioso, ma affascinante e appagante nel momento in cui si taglia il traguardo. Allo stesso modo un programma di Corporate Social Responsibility, come il nostro, è composto da tante iniziative che si susseguono, che concorrono a comporre un disegno più grande. Alla fine dello scorso anno abbiamo raggiunto un milione di persone attraverso le nostre attività “on land” (di esperienza diretta) e “on line”. E anche nel 2020 non ci siamo fermati, neppure nei mesi di lock down, perché tematiche come l’inclusione sociale e l’intercultura non possono avere pause e hanno bisogno di ciascuno di noi ogni giorno. Affiancando Emiliano oggi, esprimiamo esattamente il desiderio di dare il nostro contributo, di diffondere un messaggio di speranza. Ci piace ricordare che almeno metaforicamente, una parte di quei 50 mila passi l’abbiamo fatta insieme. E che anche in futuro le nostre strade continueranno ad incrociarsi”.

Emiliano Malagoli, che il 18 giugno ha anche pubblicato il libro autobiografico “Continua a correre”, vede nella maratona una metafora della vita, che si riflette in molte delle imprese che ha compiuto.

“Un libro ed un film sulla mia vita: non avrei mai creduto che ciò potesse accadere!” – confida l’atleta e pilota paralimpico – “questo testimonia ancora di più che nella vita le cose che ti accadono non sono mai positive o negative a priori, ma tutto sta nel come si reagisce, come si riesce a trasformarle e valorizzarle. Ecco io sono riuscito in questo. Dopo il mio incidente non mi sono fermato al problema, ma fin da subito ho cercato di capire come risolverlo e come valorizzarlo, perché solo in questo modo potevo superare la paura della disabilità: devi riuscire sempre a superare le tue paure altrimenti diventano i tuoi limiti.”

Emiliano poi continua: “Per fare questo fin da subito mi sono posto obiettivi importanti: in primis ho voluto tornare a correre in moto! Potrà sembrare assurdo, ma ho capito che se fossi riuscito a ritornare su una moto da corsa, tanti altri limiti li avrei superati di conseguenza, a partire dal dovermi guardare allo specchio con un arto artificiale. Ho usato la passione per la moto come una freccia per il mio arco: dovevo fare centro e riprendere in mano la mia vita! Dare la possibilità ad altre persone di continuare ad inseguire i propri sogni è stato il secondo obiettivo creando la Onlus Di.Di, fino ad arrivare a correre la maratona di New York. I 50.0000 passi sono quelli che ho calcolato essermi necessari per chiudere gli oltre 42Km su cui si sviluppa questa gara. A New York ho voluto portare con me idealmente tutte quelle persone che almeno una volta nella vita hanno pensato di non farcela. Raggiungendo il traguardo, con la mia gamba in titanio e carbonio, ho voluto dimostrare che i limiti più grandi sono quelli che ci diamo noi stessi”.

“Il film “50.000 passi” – conclude Malagoli – è una metafora di vita: sono quelli che ci troviamo di fronte ogni volta che ci poniamo un obiettivo sfidante. E non possiamo saltare neppure uno: vanno fatti tutti, uno di seguito all'altro! Per arrivare all'ultimo passo ci vuole impegno, dedizione e sacrificio e credere in sé stessi fa la vera differenza. Infine sono proprio i traguardi più impegnativi che una volta raggiunti ci danno la maggior soddisfazione! Con i 50000 passi che ho corso a New York e che sono raccontati da Michelangelo Gratton in questo lungometraggio, vorrei spronare tutti gli altri a non esitare a porsi obiettivi ambizioni e a fare di tutto per raggiungerli”.

Il film documentario “50.000 passi” è il secondo lungometraggio dell’autore e regista Michelangelo Gratton, dopo “Io sono il colonnello” del 2018 premiato come miglior film al MigrArti Film Festival nel 2018 e vincitore degli Oscar dello Sport Italiano e, in versione ridotta, del VerticalMovie Filmest di Roma nel 2018 nella sezione sport.

Il regista si era già distinto in campo di responsabilità sociale nel 2014 con il portale di cui era responsabile sulla disabilità “Ability Channel” con cui vinse il primo premio come webTv al Festival del Cinema Sociale di Bari organizzato dal Ministero delle Pari Opportunità. Nel 2016 ha ricevuto l’Italian Paralympic Award, riconoscimento che viene assegnato dal Comitato Paralimpico Italiano agli atleti, alle squadre e ai tecnici che si sono distinti, oltre che a tutte le personalità di istituzioni, media, artisti e produttori cinematografici che hanno dato lustro al movimento paralimpico, diffondendone il valore culturale dell’inclusione nella società.

“Mi è sempre piaciuto raccontare attraverso le immagini storie emozionanti e di grande spessore umano – racconta il regista – e devo riconoscere che l’esperienza maturata in tanti anni nel mondo paralimpico mi ha aiutato a sviluppare una sensibilità e un’oggettività che mi ha consentito di stabilire rapporti e legami profondi conquistando la fiducia di molti atleti nelle varie discipline sportive.

Così è stato anche con Emiliano Malagoli, uomo dotato di un entusiasmo e di una follia fuori dal comune. Le sue idee di successo, la sua voglia di non fermarsi mai, di non porsi mai limiti, di evolversi e mettersi sempre in discussione mi hanno sempre affascinato. La fortunata coincidenza di vivere a pochi chilometri l’uno dall’altro, in un posto bellissimo come il lago di Bracciano, insieme ad un’amicizia che si è andata consolidando nel tempo hanno favorito l’idea di realizzare “50.000 passi”, un film documentario che raccontasse l’ultima sfida di Emiliano alla Maratona di New York.

Ho proposto il progetto su suggerimento di un comune amico, Piero Angela, alla D4, una casa di produzione di Roma molto sensibile ai temi sociali e che in passato aveva realizzato diversi progetti per SuperQuark, che ha accettato con entusiasmo di accompagnarci in questa avventura.

“50.000 passi” si pone l’obiettivo principale di raccontare la disabilità senza condizionamenti, schemi e pregiudizi, di affrontare la storia di un uomo, Emiliano, e della sua compagna d’avventura, Annalisa Minetti, cercando di scavare nell’intimo per far emergere sentimenti ed emozioni profonde e, soprattutto, di far riflettere le persone su come delle volte un destino avverso possa trasformarsi in una grande opportunità”.

SpecialMente: il progetto di CSR di BMW Italia.

BMW Italia, filiale italiana di BMW AG, ha sviluppato un programma integrato di Corporate Social Responsibility denominato SpecialMente che ha come pilastri fondamentali cultura, inclusione sociale, dialogo interculturale, sicurezza stradale. SpecialMente è una piattaforma che include tantissime attività e che testimonia come il tema sia radicato nella cultura aziendale di BMW Italia: in linea con la strategia del BMW Group, ma anche punto di riferimento all’interno dell’universo della Casa di Monaco, in termini di intensità, integrazione e capacità di agire nel tessuto sociale nel quale si opera.

Dal 2001 ad oggi, il progetto SpecialMente ha coinvolto 1.000.000 di persone attraverso iniziative “on-line” e “on-land”.

Maggiori dettagli sulle attività di Corporate Social Responsibility di BMW Italia si possono trovare sul sito www.specialmente.bmw.it.